Ogni opera di Stefano Bersani è un pezzo unico e irripetibile.
Tutte rigorosamente su supporti rigidi, multistrati di betulla o di pioppo, nascono da un’intensa stratificazione, inizialmente neutra, di materiali spesso incompatibili, legati tra loro da acrilici, smalti, colle e vernici industriali. Ad essiccazione avvenuta entrano in scena i colori, costretti a seguire le forme della materia a scorrere nelle tracce più o meno profonde del precedente lavoro.
La tecnica di Stefano Bersani consiste nell’assecondare i colori nel loro spandersi, senza condizionarne il flusso, lasciando spazio all’imprevedibile.
Il risultato finale è qualcosa di simile ad un corroso bassorilievo da cui il colore lascia emergere geometriche imprimiture di vecchi ricami, fili d’erba, alghe o radici come echi di mondi immaginari.