POSTER ESPOSIZIONE 1972 DI RENATO VOLPINI

POSTER ESPOSIZIONE 1972 DI RENATO VOLPINI
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POSTER ESPOSIZIONE 1972 DI RENATO VOLPINI

Poster pubblicitario della esposizione dell'artista Renato Volpini tenutasi a Torino nel 1972.
Dimensioni: 90X64 cm 

https://renatovolpini.com

Renato Volpini nasce a Napoli nel 1934 e scompare a Milano nel 2017, di formazione urbinate, si diploma nel capoluogo marchigiano presso il Magistero Artistico cittadino nel 1957. Dall’anno seguente (1958), invece, vive e lavora a Milano. A Milano Renato Volpini si accosta inizialmente alla pittura informale. E’ la prima, questa, delle tre fasi attraverso le quali, per convenzione, la critica suddivide il percorso stilistico dell’autore. “Una liricità nervosa, che si manifesta per tratti, scavi, morsure, quasi segnali (forse perfino metafore) di fitti e intricati reticoli, dai quali cominciano tuttavia ad apparire personaggi(…)” connota, come ebbe a dire Roberto Sanesi, la produzione pittorica di Volpini nei primissimi anni Sessanta. Ma è già alla metà dello stesso decennio che l’artista si volge alla Pop Art, nell’ambito della quale esordisce con una mostra alla Galleria Profili di Milano. Quei primi personaggi assumono ora le forme di vere e proprie sperimentazioni in ambito figurativo, con l’invenzione di macchine e costruzioni “che si sviluppano sulla superficie e nello spazio con un andamento affabulatorio e ironico”. Proprio gli anni Sessanta vedono il raggiungimento della prima maturità artistica di Renato Volpini, partecipe di quel clima – dominato dai protagonisti della Pop Art e dell’Immagine Critica – che negli stessi anni caratterizza il capoluogo lombardo. Nel 1962 è già presente alla Biennale di Venezia, prendendo parte anche a importanti collettive, sia a livello nazionale che internazionale, fra le quali, nel 1967, a quella presso la Philadelphia Art Alliance con i colleghi Bonfanti, Capello, Nangeroni e Scanavino. E’ infine possibile, individuare, una terza fase nel percorso artistico di Renato Volpini – fase quest’ultima contrassegnata dalla summa delle due esperienze stilistiche precedenti – in cui “l’oggetto torna da essere immagine mobile, si animalizza o umanizza, si espone come meccanismo allucinato e spesso ironico (…)”. Non solo pittore, ma anche scultore e soprattutto incisore fra i più significativi del panorama artistico italiano del dopoguerra, Volpini si è dedicato altresì all’attività di stampatore in Urbino, attività, che lo ha condotto a cimentarsi nelle tecniche più diverse. Proprio questa eclettica sperimentazione, nel nuovo Millennio, dopo un lungo silenzio, ha condotto l’artista ad avvalersi, per la realizzazione delle proprie opere, delle più moderne tecniche di riproduzione, come, ad esempio, i recentissimi ODM (opere-originali-digitali). A dimostrazione delle continuità e dell’importanza di Volpini sulla scena artistica italiana, la personale a Palazzo Ducale di Urbino nel 2002, nonché quella organizzata allo Studio Ghiglione di Genova nel 2006. Ancora, la partecipazione alla mostra “Un Secolo Arte Italiana – Lo sguardo del collezionista – Opere dalla Fondazione VAF” al MART di Rovereto nel 2005. E’, infine, recente la pubblicazione, a tiratura limitata, delle due monografie “Volpini anni Sessanta” e “Renato Volpini anni Sessanta…e oltre”, ove accanto alle opere storiche dell’artista non mancano di figurare i nuovi ODM.
(http://www.deodato-arte.it/artisti-900/renato-volpini/)

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